No alla dieta, si al movimento

Liveflow| 05 giugno 2021
No alla dieta, si al movimento

Se vivi in un corpo di misure non standard (cioè più abbondante della media), la nostra cultura ti impone come obiettivo la perdita di peso. Questo messaggio arriva da tutte le parti: pubblicità, social media, musica, film, amici, parenti, insegnanti, personal trainers, medici ecc.

In più, “dimagrire” sembra essere la risposta a qualsiasi problema di salute che tu possa avere.

Di conseguenza, il movimento viene automaticamente collegato alla dieta e questo ci impedisce di provare del vero piacere nel muovere il nostro corpo.

Noi lavoriamo per distogliere il focus dalla dieta e ispirarti al movimento, perché è dimostrato che è perfettamente possibile essere in forma e in buona salute pur non avendo un corpo tonico e magro come ci impone lo standard della bellezza nel mondo occidentale. Se vuoi approfondire le ricerche che sostengono questa tesi ti consigliamo il libro di Lindo Bacon, “Health at Every Size” (HAES).

Ti presentiamo qui 5 buoni argomenti perché bisognerebbe valutare bene se sottoporsi a una dieta.

La dieta non è la sola soluzione per migliorare la salute

Per prima cosa, il problema è che la dieta spesso non funziona e invece di migliorare la nostra salute porta con sé tante conseguenze negative sia mentali che fisiche.

Le diete, spesso celate da termini come “cambiamento di stile di vita” o altre motivazioni che ci impongono dei regimi più o meno rigidi verso il cibo, non hanno quasi mai l’effetto miracoloso desiderato e possono farci sentire frustrate e deprivate se non riusciamo a mantenere il regime impostato, buttandoci così giù di morale.

Inoltre, dopo essere dimagriti, la maggior parte delle persone tende a riprendere i chili persi e spesso anche di più. Perché?

Perché le diete si fondano su restrizioni e deprivazioni. Ci insegnano di ignorare la fame e il desiderio di particolari cibi e questo può portare a squilibri alimentari e comportamentali. Questa ricerca, basata su 361 studi svolti dal 2008 a oggi, conclude che le restrizioni alimentari possono creare sentimenti di deprivazione sia biologici che psicologici che comportano una iperreattività per quanto riguarda il cibo in generale, la voglia di una cosa in particolare, la controregolazione, la disinibizione, l’occasionale abbuffarsi e l’aumento del peso.

In altre parole, la dieta può anche farti perdere peso ma dovresti rimanere a dieta per tutta la vita per sostenere il dimagrimento e questo non è sostenibile… So per esperienza personale che vivere una vita sempre a dieta non è consigliabile.

In conclusione, per migliorare la salute è meglio muoversi, come sostiene Laura Thomas nel suo libro Just Eat It, nel quale si riferisce a innumerevoli ricerche mostrando che abitudini salutari come muoversi, non fumare, bere poco alcol e adottare una dieta equilibrata sono molto più importanti per la salute che non il peso e le misure del proprio corpo.

E per continuare a muoverci con piacere è meglio dimenticarci della dieta, perché...

La dieta ci toglie la motivazione per il movimento

La cultura della dieta ha un effetto negativo sulla nostra relazione con il movimento fisico. L'allenamento diventa un dovere per bruciare calorie, una punizione per aver mangiato troppo o la preparazione per meritare una bella cena al ristorante tutto con lo scopo di cambiare l’aspetto fisico.

Il piacere di muovere il proprio corpo svanisce...

Invece, per trovare la motivazione e mantenerla è importante fissare degli obiettivi o dei metodi di “feedback” che non c’entrano col perdere peso, tonificare, alleggerire o snellire il proprio fisico ma che puntano su sensazioni di benessere. Hanne Blank, nel suo libro “The Unapologetic Fat Girl’s Guide to Exercise” , ci spiega come questi tipi di obiettivi possono essere oggettivi e soggettivi.

Esempi di metodi di feedback oggettivi:

  • capacità aerobica
  • battito cardiaco
  • peso sollevato in palestra
  • velocità della camminata
  • distanza della corsa

Per il metodo di feedback soggettivo puoi farti domande del tipo:

  • come ti senti mentre ti alleni?
  • come ti senti dopo l’allenamento?
  • come puoi descrivere il tuo umore prima, durante e dopo?
  • quali sono le tue sensazioni fisiche?
  • qual è la tua sensazione riferita all’esercizio (troppo facile/difficile)?
  • come lavorano le diverse parti del corpo, i muscoli, le articolazioni?
  • come è il tuo senso dell’equilibrio?
  • come senti il tuo respiro?

Potrebbe essere una buona idea scrivere queste cose per poter riflettere bene sul progresso, su cosa eventualmente cambiare, fare di più, evitare ecc.

La dieta ha un effetto negativo sull’autostima

Spesso i personal trainer o insegnanti di movimento quando vedono una persona in un corpo di misure non standard sono convinti che la persona è venuta da loro per dimagrire. Ma consigliando la dieta sarebbe come suggerire alla persona in questione che non va bene come è.

Non devi metterti in forma prima di iniziare Pilates o un altro tipo di movimento, così come non devi aspettare di vivere la vita pienamente finché non sei riuscita a cambiare il tuo corpo.

Noi vogliamo aiutarti a farti sentire bene e accettare il tuo corpo esattamente come è. La nostra passione è quella di provare piacere nel movimento, aiutarti a connettere corpo e mente e ritrovare la gioia di usare il tuo fisico come uno strumento per vivere bene la vita.

Per la lezione online in diretta puoi presentarti come preferisci: in abbigliamento comodo e nel tuo angolo preferito della casa.
Per creare un vero senso di comunità e per avere un feedback dall’insegnante ti consigliamo di tenere la videocamera accesa, ma se un giorno proprio non te la senti la puoi anche spegnere.

Prenotati qui per una lezione di prova gratuita.

La dieta prende il controllo della nostra vita

Quando ero a dieta non pensavo ad altro che al cibo. E se era una dieta con restrizioni, ad esempio di carboidrati, pane di qualsiasi tipo continuava a manifestarsi davanti ai miei occhi e cresceva il desiderio di abbuffarmi, e proprio di pane: a volte mi lasciavo andare e non smettevo di mangiare finché non mi sentivo quasi male. Dopodiché pensavo che potevo anche continuare a mangiare già che avevo interrotto la dieta, per poi riprendere il giorno dopo. Questo è anche conosciuto come “effetto dell’ultima cena”. E così continua il ciclo delle restrizioni e dell’abbuffarsi, del peso che scende e sale e dei pensieri e comportamenti che sono occupati tutto il giorno in questa sfera poco produttiva invece di rendersi utile impegnandosi in scopi della vita più importanti.

E nello stesso modo anche il movimento prende il controllo della tua giornata e consuma spesso tanto tempo, perché “più ti alleni più puoi mangiare”. Inoltre, in questo modo il movimento perde il lato del divertimento e del sentirsi bene. La motivazione svanisce insieme alla possibilità di essere presente nel proprio corpo, goderselo e muoversi per il semplice motivo di stare bene.

La dieta ci impedisce di vivere la vita pienamente

Anche Louise Green – autrice del libro “Big Fit Girl” e una personal trainer con un corpo oltre le misure standard – è d’accordo con il fatto che la dieta non sfocia in un miglioramento di salute e benessere per le donne. Sostiene invece che ci fa soltanto sprecare energia preziosa che avremmo potuto sfruttare meglio per perseguire i nostri talenti e le nostre passioni. Inoltre, ci consiglia di iniziare ad accettarci esattamente come siamo: non possiamo essere la versione migliore di noi stessi se continuiamo a voler cambiare e/o diminuire il nostro corpo.

Rifiutando la mentalità della dieta troviamo il semplice piacere di usare il nostro corpo come uno strumento per vivere bene la vita.

Noi da LiveFlow vogliamo ispirarti al movimento e aiutarti a trovare la tua strada per un allenamento che ti fa sentire bene senza considerare il peso o le misure del tuo corpo.

Per una lezione gratuita puoi prenotarti qui. E se desideri provare una lezione con la sedia, mandaci un messaggio qui.

Puoi anche chiedere l’iscrizione al nostro gruppo Facebook “La LiveFlow Community”, dove insieme cerchiamo di creare una comunità di movimento, aperta verso tante interpretazioni diverse di che cosa vuol dire “bello” attraverso la misura, la forma e l’abilità fisica, l’età, il genere e l’etnia.

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